Marco Ferrari, studente ferrarese, vince il concorso "120 HOURS"

"120 HOURS" è un concorso internazionale per studenti di architettura organizzato da studenti dell'Università di Oslo AHO: l'edizione 2014 ha visto un importante incremento a livello di partecipanti, raggiungendo il numero di 2959 studenti provenienti da 83 Paesi differenti. Il tema di questa edizione proponeva di sviluppare una struttura permanente per il il festival musicale Oya che potesse rappresentarne il simbolo e che potesse promuovere valori di sostenibilità, interpretando questa tendenza non in modo esclusivamente tecnologico ma cercando di arricchirne il significato.
Marco Ferrari, studente ferrarese, ha ottenuto il secondo premio all'edizione 2014 di "120 HOURS".

Segue in sintesi descizione del progetto.

 

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Sostenibilità attraverso la poesia
La proposta progettuale vuole riflettere sul tema della sostenibilità da un punto di vista non strettamente ecologico o tecnologico, ma cercando di svelare le radici profonde di questo approccio con una prospettiva poetica.
Sostenibilità vuol dire rendersi conto che ogni cosa è in relazione con le altre, è parte fondamentale di un sistema che può sopravvivere in modo equilibrato solo se ognuno fa la propria parte, e, poeticamente, sostenibilità vuol dire accorgersi dell´armonia, meravigliarsi del nascosto e straordinario meccanismo che è alla base di tutto.
ùAffrontando il tema da questo punto di vista, la sfida era quella di rendere visibile questo ciclo della natura, riproponendolo in chiave artificiale ma con la stessa sensibilità alla base, per andare a configurare un'esperienza sostenibile. Un fattore energetico, tecnologico e fisico doveva coinvolgere la gente ed essere un'esperienza poetica che coinvolgesse e stimolasse i sensi, facendo risuonare in ogni persona la consapevolezza di appartenere a un ciclo, a un sistema di armonia naturale. Nel progetto, l´assunto che niente si crea, niente si distrugge ma tutto si trasforma, non è una semplice formula scritta ma una storia coinvolgente di cui ci si sente parte partecipando alla manifestazione. Il piano fluttuante ricoperto di pannelli solari è una piazza sospesa, un luogo di incontro che alza la propria prospettiva sulla città e sulle tematiche ecologiche: l'energia è usata per il fabbisogno del festival e per le esigenze dei palchi. Ma il suono è energia, le onde sonore in un fluido producono energia e la proposta visionaria è quella di immagazzinare l´energia musicale prodotta dai vari palchi per accendere centinaia di led sulla faccia inferiore della piazza, creando un cielo stellato illuminato dalla musica.